Ci sono tre cose in questo titolo che a prima vista non sono molto ben collegate. Vediamo se riesco a fare uno di quei ragionamenti fighi in cui alla fine tutto si connette e compare dal nulla una colomba bianca e tutti fanno “aaaahhh”.
Fast & Furious 7. Partiamo da questo.
Il film ha avuto incassi pazzeschi e sembra che l’unico in grado di detronizzarlo sia l’ultima pellicola sugli Avengers. Essendo io quello che sono li ho visti entrambi e posso quindi parlare con cognizione di causa.
Il primo mi ha fatto venire voglia di uscire dal cinema, il secondo mi ha fatto dimenticare del tempo che passava e del luogo in cui mi trovavo. La differenza tra i due sta tutta nella famosa sospensione dell’incredulità. Ora, questo concetto di cui sto parlando è qualcosa di cui qualsiasi storia (in un libro, film o a teatro) fa uso da sempre, ma che ha ricevuto questo nome da un certo Coleridge un paio di centinaia d’anni fa. Se non avete mai sentito parlare di questo poeta non preoccupatevi, non ne morirete, ma varrebbe certo la pena dare un’occhiata alle sue opere.
Ad ogni modo cosa implica questa sospensione dell’incredulità? Implica che se io mi vado a guardare Il Signore degli Anelli al cinema, per il tempo che il film scorre sullo schermo io sono in grado di fare finta che tutto quello che sta succedendo sia reale. In questo modo posso godere dell’opera di fantasia che sto vedendo, altrimenti sai che pacco. Devo poter fingere che Mordor sia un luogo reale, che Frodo, Sam, i nani, gli elfi esistano davvero e stiano combattendo per un mondo migliore. Devo poter immergermi nella storia, devo poter dimenticare tutto quello che c’è al di fuori. Se un’opera riesce a creare questo, allora è qualcosa che merita. Se non ci riesce, ha fallito.
Tanto per dire, questa è la differenza tra Il Signore degli Anelli e quella ciofeca di Lo Hobbit, un’opera che punta di film in film agli abissi più profondi del Mar delle Stronzate, riuscendo alla fine a farti desiderare di non aver neanche mai sentito parlare di Peter Jackson.
Non è facile creare la suspension of disbelief. E’ molto facile invece sputtanarla.
Se vuoi che qualcuno si immerga in un mondo come se fosse quello reale, devi fare in modo di creare qualcosa che si regga su delle leggi e delle logiche coerenti e sensate. Cioè, io posso credere a una storia di elfi e fate, se riesci a crearmi un mondo in cui questi esseri siano possibili. Ma se poi all’interno di questo mondo mi butti delle cazzate illogiche e assurde è come se mi prendessi per le spalle e mi urlassi in faccia: “sveglia! è solo un film!” e mi tirassi fuori di cattiveria dalla storia che hai creato, rovinando l’incanto. E facendomi incazzare come una iena, perché io odio essere svegliato di colpo, sia nel senso letterale del termine, sia in quello metaforico.
C’è comunque una certa flessibilità in tutto questo. Le regole non sono così rigide, e l’incredulità può prendere qualche bottarella e rimanere comunque sospesa. Basta che non si esageri.
Passiamo quindi ad esempi concreti di cazzate che, sommate l’una all’altra ti fanno perdere qualsiasi sospensione tu abbia. Se qualcuno non ha visto Fast & Furious 7, meglio che eviti di leggere, per via del rischio spoiler. Anche se, vista la qualità del film, non è che perderebbe molto.
Esempio 1
– Devo andare a visitare mio fratello in ospedale. Siccome è un criminale l’unica soluzione che ho per poterlo vedere in pace è devastare tutto, ammazzare millemila persone, tirare giù un elicottero e questo solo per fare ciao ad un tipo che è in coma e per dire ai dottori di trattarlo bene. Mi sembra sensato.
Esempio 2
– Sono un’agenzia governativa senza nome. Il sistema più intelligente che riesco ad escogitare per recuperare un hacker che ho “perso” è assoldare una banda di ex-criminali dandogli tutti i soldi, i mezzi e le armi che vogliono e assecondandoli quando decidono di attaccare i cattivi lanciandosi da un aereo con dei paracadute attaccati alle auto. Auto che arrivano perfettamente posizionate sulla strada dove devono arrivare e che possono andare giù per i burroni senza problemi. Vabbeh…
Esempio 3
– Il cattivo sa sempre dove sono i buoni e si fa sempre trovare là preparato esattamente come serve. Che siano dispersi tra i monti o negli Emirati Arabi questo li trova sempre. E a quanto pare ha anche milioni di euro per poter viaggiare per il mondo e comprarsi l’attrezzatura più pazzesca che gli possa venire in mente. Realistico, no?
Mi fermo perché altrimenti dovrei parlare di macchine che saltano di grattacielo in grattacielo, di meccanici che possono procurare inviti a feste private di principi arabi, e in tutto questo nessuno che tromba, il che è ancora più innaturale e illogico.
Uno può anche sforzarsi (e io mi sono sforzato tanto), ma la sospensione dell’incredulità ha un limite anche per me, sebbene l’abbia allenata costantemente da anni. Per questo all’ennesima cazzata mi stavo per alzare e andarmene via dal cinema. Poi ci ho ripensato (i preziosi cinque euro e mezzo investiti nel film mi hanno trattenuto), ma mi ci è voluto impegno.
Mi è tornato in mente quella volta in cui, nella stessa sala e forse sulla stessa poltrona, ero andato a vedermi quella cagata fotonica che è Transformers 3. Lì davvero, quando la protagonista gnocca e inutile comincia a urlare contro Megatron e usa la psicologia inversa con lui e ‘sto robottone non la prende e le stacca la testa, ma invece la ascolta e fa quello che vuole lei…lì mi sono alzato e sono partito per uscire dalla sala. Puoi mettere in fila qualche scempiaggine, ma non così tante. Mi sono sbollito e poi sono rientrato per il puro principio di vedere come andava a finire, ma mai più mi sono azzardato a guardare un altro film di Michael Bay.
Con gli Avengers invece è stato tutto un altro discorso. Il film è filato via in maniera egregia, non ha mai pesato minimamente né dal punto di vista della sospensione dell’incredulità, né da quello della scorrevolezza. La storia si regge sulle sue gambe, c’è una sua logica interna, ed è abbastanza serio da farti immedesimare, ma anche abbastanza autoironico da potersi permettere qualche risata. Ovviamente non si parla di un capolavoro del cinema contemporaneo (cosa che invece si può dire senza problemi della trilogia di Batman ad opera di Nolan), ma abbiamo comunque un bel film che si lascia godere senza far mai precipitare la nostra povera incredulità. E qua si vede quanto migliori sono gli autori degli Avengers rispetto a quelli di FF7, visto che in teoria è più difficile creare una certa suspension of disbelief parlando di supereroi, dèi vichinghi e intelligenze artificiali, no?
E qui arriviamo all’ultimo punto di questo post, che magari non c’entra niente.
Tutti sappiamo cos’è successo a Milano il 1 maggio:
– manifestazione pacifica contro l’Expo;
– branco di black bloc che procedono come sempre a devastare e incendiare;
– polizia inerme;
– polemiche a go-go.
Questo non c’entra molto con i film, ma c’entra con la sospensione dell’incredulità. Soprattutto quando sento un dirigente della Polizia che dice che è stato dato l’ordine di non attaccare i black bloc perché non volevano cadere nella loro trappola.
Sì, certo.
Vedi decine di persone a viso coperto, armate, con caschi, maschere antigas e scudi a quella che è una manifestazione pacifica. Li individuerebbe anche l’idiota del villaggio perché, almeno all’inizio, non si nascondono. La cosa più intelligente da fare è quindi lasciare che facciano quello che vogliono, perché quella è evidentemente una tattica per mettere in trappola le Forze dell’Ordine.
Sì, certo.
Hai la possibilità di schierare centinaia di poliziotti. Hai la possibilità di fare in modo che, appena questi si azzardano anche solo a tentare di fare qualcosa di male, questi poliziotti li carichino e li massacrino di botte. Ma ha più senso lasciargli bruciare macchine e negozi, per poi mollare giù caschi e travestimenti e rimescolarsi tra la massa, così nessuno li potrà mai beccare.
Sì, certo.
Qui in Italia funziona così. Bisogna lasciarli fare. Bisogna anche infiltrare gente, in caso (da quando in qua quelli dei centri sociali hanno soldi per comprare caschi, mazza, maschere antigas, scudi e poi buttarli via dopo il “lavoro”?) e bisogna lasciare che devastino tutto. Così la miope opinione pubblica comincerà a parlare di black bloc e non di come la Mafia abbia infiltrato l’Expo o di qualsiasi altra cosa abbia senso parlare in questo paese.
Perché qui si gioca alla distrazione: bisogna impedire alle persone di pensare, di ragionare. Bisogna suscitare indignazione verso le cose sbagliate, dargli in pasto cazzate con cui distrarsi, che sia il calcio o un caso criminale o i videopoker. Oppure Fast & Furious 7.
Perché qui, se la gente iniziasse a pensare davvero, sarebbe la fine. Qualcuno potrebbe anche decidere che è ora di cambiare. Non sia mai.
Per fortuna che siamo quello che siamo e non c’è molto rischio che ci togliamo le bende dagli occhi.
E quindi il collegamento finale in tutto questo discorso (stiracchiato, direi) è il seguente: per quanto Fast & Furious 7 abbia spesso distrutto la mia sospensione dell’incredulità e mi abbia fatto girare le palle, non è niente a confronto di quello che mi sono girate quando ho sentito parlare del 1 maggio a Milano.
Per fortuna mercoledì esce Mad Max – Fury Road, così posso andare a distrarmi un po’.