Direttiva 19

Blu. Blu e giallo. Verde.

Oggi ho scoperto che mi guardano. Ogni giorno. Mi osservano. Il drago con gli occhi nascosti, il caporale con il berretto verde, il trasformista con la bocca storta. Li vedo ovunque e mi guardano. Ma non mi prenderanno. Prenderò nota di ogni cosa, di ogni avvenimento. Non mi inganneranno, non mi prenderanno.

Rosso. Rosso e bianco. Rosa.

Anche ieri li ho visti. Questa volta la difficoltà è stata maggiore, ma anche se si mimetizzano, io li vedo lo stesso. Mi ero mimetizzato anch’io, comunque. Un giorno sarò io a fregarli.

Gli ombrelloni sono parte della cospirazione di Big Pharma. Ti fanno pensare di essere protetto, ma invece ti scotti lo stesso. È tutto un ciclo. Big Pharma è d’accordo con le banche, perché quando ti ammalerai di tumore alla pelle, queste si prenderanno la tua casa e pian piano diventeranno padrone del mondo. Il bancomat è un altro pezzo del puzzle. La carta di credito uno di quelli principali. Le scie chimiche degli aerei un altro.

Ma a me non la fanno.

Oggi li ho tenuti d’occhio, e non si sono mossi.

Airone con le zampe spezzate. Il ragù di cervo è andato a male.

Domani è il mio giorno. Spezzerò le mie catene, masticherò i loro fegati, sputerò sui loro volti.

Il vaso è colmo.

Volpe dal manto giallo. Orso dagli occhi verdi. Si sono uniti al gruppo degli altri e io non posso più attaccarli. Non temo per la mia vita, temo per quella dei miei compagni. Ci tengono imprigionati qui, ma non riusciranno a tenerci fermi per sempre. Aggiungere altri anelli alle nostre catene non ci fermerà a lungo.

Devo dirlo anche se è ovvio?

Gli smartphone sono parte del complotto. Geolocalizzazione, riconoscimento delle impronte digitali, riconoscimento facciale, riconoscimento vocale, tracciamento delle ricerche, tracciamento dei dati. L’inizio di tutto. Poi arriverà anche il discorso dei vaccini, ne sono certo, forse anche dei microchip sottopelle. Resistere sarà ancora più duro, ma resisteremo.

Big Tech è secondo solo a Big Pharma, ma anche in questo i due si stanno unendo. Vogliono farci impazzire, vogliono drogarci, vogliono sfruttarci.

A quando gli esseri umani trasformati in batterie, come in Matrix?

Stavolta mi hanno minacciato direttamente. Non posso allontanarmi nemmeno volendo, ma posso tenerli sotto controllo e scegliere il momento propizio.

Giallo. Giallo e rosso. Arancio.

Il gallo oggi ha cantato tre volte. Domani farò la mia mossa.

Talpe nel giardino, serpenti tra i cespugli, cavallette nelle siepi. Il pallone è uscito dal recinto.

Mangio e bevo, mi preparo al movimento specificante e violentemente rimbalzo tra le mura e il ponte levatoio. Non domeranno la belva che cavalco e oggi lo scopriranno.

Blu. Blu e rosso. Viola.

Picchiato. Imprigionato. Sedato.

Il lupo ha preso il volo inaspettatamente e mi ha lacerato il braccio armato di coltello. Ho dovuto lasciare andare. Il resto del branco mi ha atterrato e legato e rinchiuso e drogato e lasciato lì per ere geologiche infinite e drogato ancora.

Vedo oggi il sole di nuovo per la prima volta.

Il mio piano è fallito, ma non è il primo e non sarà l’ultimo. Non avranno la mia anima.

Oggi mi hanno rubato te. Poi ti hanno riportato ed eri intatto. Sono certo però che non sono stati in grado di leggerti. Le bestie non hanno il linguaggio degli Uomini.

L’obiettivo è il rincretinimento della razza umana. Gli Uomini con la U maiuscola non devono più esistere. Schiavi, con la S maiuscola. Prigionieri, con la P maiuscola.

Se intrappolano la tua mente, intrappolano te.

Credo che ogni notte ti rubino dalla mia bisaccia, forse sperando di leggere i miei piani di liberazione.

Orso e lepre e pesce e uccello.

Che ingenui.

I più ricchi del mondo stanno tentando di fregarci, e alla fine ci troveremo tutti a muoverci con i loro fili. Questo almeno fino a che non subentrerà Skynet, o Matrix o comunque si vorrà chiamare l’Intelligenza Artificiale che ci soggiogherà tutti. Tutti, ma non me. Io mi sto preparando e non mi fregherà Amazon e neppure l’AI.

Intanto ho smesso di fidarmi degli ombrelloni. Poi arriverà il resto.

Oggi ho visto gli scorpioni combattere nel cielo, mentre masse di caffettiere borbottanti si facevano strada nella Pianura di Metallo, per andare ad affrontare l’esercito degli ombrelli canterini.

Non temo la morte, temo la pazzia. E forse è già troppo tardi.

Se state leggendo queste mie righe io sarò morto.

Oppure rinchiuso da qualche parte. Oppure avrete trovato questo diario per caso. Oppure ve lo avrò dato io per qualche motivo.

Insomma, non è detto che sia morto. Può essere, però. Cioè, poi magari controllate, soprattutto se volete cremare il mio corpo.

Anzi, se leggete queste righe è quasi sicuro che non sia morto, per cui aspettate a seppellirmi, controllate bene se mi batte il cuore. Magari è solo una sorta di paralisi. Magari stavolta i miei nemici mi hanno preso, ma io sono riuscito a fingere la mia morte per scappare e ho preso una tossina apposita per ottenere questo effetto.

Insomma, se leggete queste righe non è detto che sia vivo o che sia morto, ma in ogni caso controllate.

Meglio che riprovi un’altra volta.

Se leggete queste righe, il mio nome è Tobias Morenni. Cioè, anche se non le leggete il mio nome è quello. In verità questo è il nome che mi hanno detto sia mio, ma potrebbe anche…

‘Spetta.

Il mio nome è Tobias Morenni e sono rinchiuso in questo campo di prigionia almeno da qualche anno. A volte i miei carcerieri sembrano umani, a volte sono evidentemente bestie feroci. Non so quale sia la realtà, e penso sia questo il motivo per cui sono qui. Spesso sono fortemente convinto di qualcosa, e alla fine tutto si rivela solo un’allucinazione. Non ho però controllo su di ciò e anche adesso sento ai limiti del mio campo visivo che c’è qualcosa che non va.

Mantengo gli occhi al centro della pagina, aggrappandomi a ogni momento di lucidità possibile.

(Verde. Verde e nero. Nero.
Giallo. Giallo e nero. Nero.
Lillà. Lillà e nero. Nero.
Marrone. Marrone e nero. Nero)

Quale che sia la verità devo uscire da qui o morire nel tentativo. Forse sarò solo, forse no. Forse il giorno sarà domani, forse no. Non lo scrivo, non lo dico, non lo rivelo. Non mi farò fermare per un errore banale.

Mi chiamo Tobias Morenni e sono pronto a volare.

Un po’ fuori di testa questo Tobias, eh?

Ho trovato il quaderno nascosto nel bagno dell’ospedale, dentro una delle cassette degli sciacquoni, imbustato in un sacchetto di plastica. Penso sia appartenuto a uno degli “ospiti” di questa speciale ala della struttura, di quelle che ospitano le persone più… particolari, diciamo.

Non so da quanto tempo questa sorta di “diario della pazzia” stia aspettando lì, ma mi riporta alla mente un aneddoto che ho sentito girare appena ho iniziato il mio lavoro qui. In teoria non è permesso parlarne e neppure scriverne, se è per quello, ma penso proprio che questo quaderno d’ora in poi resterà a casa mia, per cui mi preoccupo poco di chi lo possa leggere.

La storia che gira tra gli inservienti è di qualche anno fa, ma neppure troppi. Sembra che uno degli ospiti sia riuscito ad organizzare la fuga di un gruppo di pazzi (non dovrei chiamarli così, ma chissene), beffandosi di dottori, infermieri, guardie e tutti. Sembra che li abbia presi di sorpresa, anche se non ho ancora capito come, e sia riuscito a portare tutti fuori rubando anche un furgone. E sembra che non li abbiano più visti.

Dovrò investigare meglio, ma non so se riuscirò a sapere altro: l’aneddoto gira, ma gli inservienti restano lo stesso molto abbottonati, a riguardo, soprattutto con i nuovi.

Divertente però pensare a questa fuga di massa: mi fa venire in mente un vecchio film con Jack Nicholson, mi pare. Boh.

Penso proprio che me lo terrò, questo quaderno. E penso proprio che ogni tanto ci scriverò anche io qualcosa, giusto per tenere traccia delle mie giornate. Continuiamo il “diario della pazzia”, ma un po’ meno da pazzi, spero.

Intanto ora chiudo tutto che stasera c’è l’Evento dell’anno, quello che a quanto pare questo Tobias temeva così tanto. Oggi presentano la nuova AI creata da Apple e Microsoft, quella che dovrebbe davvero prendere in mano le cose e risolvere un po’ di problemi del mondo. Non me la voglio perdere per nessuna ragione, anche se ovviamente potrò vederla solo in TV.

Scopriamo se davvero sarà il momento di Skynet, oppure se andrà come dico io e sarà finalmente l’occasione di vedere una situazione ingarbugliata e pericolosa, creata dagli uomini, che viene risolta da una macchina.

Domani scriverò qui com’è andata.

Se invece non vedrete più nessuna scritta, forse qualcosa è andato storto. Hahaha.

Il diario termina qui.

Lascio un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *