Il post-Coronavirus: la verità

Il dopo coronavirus

È un periodo drammatico, questo. Un periodo drammatico in cui ogni tanto (ogni spesso) senti qualcuno sparare boiate, ma tutti gliele lasciano passare perché è il momento di essere più buoni, quasi come se fosse Natale.

Ed è vero, ci sta di essere più buoni, di dire cose positive, di guardare il lato bello di tutto questo.

Ma.

Ma mi fanno un po’ ridere tutti quelli che adesso parlano di rallentare, di sistema insostenibile, di cambiare modo di vivere, di riprendere contatto con la famiglia, con gli amici veri, di ricordare l’importanza delle relazioni, del silenzio, della Natura, blablabla.

Pensate di farla a me o a voi stessi?

Fino a prima dove cazzo vivevate?

Prima la Natura non aveva importanza? Prima la famiglia non significava nulla? Gli amici? Il godersi almeno un po’ la vita, invece di correre tutto il tempo dietro a X (soldi, vuoto divertimento, acquisti, like sui social, altre cazzate)?

Sono anni che dicono che non si può andare avanti così, che stiamo devastando il mondo con la nostra avidità, il nostro volere sempre di più. Ci siamo mai fermati?

A inizio 2020 l’Australia stava andando a fuoco. Nel frattempo in Amazzonia tentano di tagliare a tempo di record tutto quello che è rimasto da tagliare. In Italia si affoga tra polveri sottili, smog, amianto e rifiuti tossici. Ci siamo mai fermati?

Le persone vivono sempre peggio, hanno vite vuote, non vedono il senso di quello che fanno, oppure sono soffocate da stress, lavoro, relazioni malate. Ci siamo mai fermati?

Col cazzo.

Sempre avanti, correndo dietro ad un sistema che premia la falsità, i furbi, e l’apparenza. Per ottenere cosa? Un vuoto nell’anima che si riflette ogni volta che ti guardi allo specchio.

E adesso, dopo qualche settimana di quarantena, venite a dirmi che avete imparato cosa vuol dire davvero la vita, che bisogna rallentare e vivere davvero, che l’ambiente ringrazia e balle varie?

Io vi dico che se mai la situazione dovesse tornare ad una parvenza di normalità, voi stronzi tornereste a fare esattamente le stesse cose di prima e di tutti questi discorsi ve ne dimentichereste nel giro di due settimane.

Io vi dico che l’ambiente smetterebbe di essere così importante per voi, nel momento in cui potreste tornare a inseguire i fottuti soldi e i fottuti like e il fottuto vuoto a cui tanti aspirano.

Io vi dico che nessuno di quelli che sta morendo o è morto se lo meritava, e nessuno di quelli che soffre se lo merita. Ma vi dico anche che come specie umana facciamo schifo al cazzo e ci meritiamo ogni tipo di sciagura che ci arriva addosso, per come ci comportiamo tra di noi, con l’ambiente e con qualsiasi cosa veniamo a contatto.

Non ci saremmo mai fermati nella corsa verso il precipizio, se non fossimo stati obbligati.

Per cui adesso almeno non venitemi a fare i moralisti, gli ambientalisti, i santoni new age e i sensibili, che tanto sappiamo benissimo che sono solo atteggiamenti finti e di breve durata. Almeno ditelo: “Cazzo, ci hanno bloccato, porca puttana. Non lo volevo proprio. Adoravo andare agli apericena, farmi i selfie ai Navigli e comprarmi l’ultimo modello di scarpe solo perché faceva figo. Non vedo l’ora tutto torni come prima per potermi strafogare nel consumismo e nelle puttanate!”

Ditelo, cazzo, non venitemi a scartavetrare le palle con il fatto di riscoprire i valori e la Vita con la V maiuscola. Ditelo e siate onesti con voi stessi.

Io appena finisce questa merda di situazione voglio poter rivedere tutte le persone a cui tengo. E voglio correre, libero dagli sguardi di denuncia di gente che non ha mai mosso il culo dal divano e pretende di dire a me che se corro da solo sto facendo del male… a chi, che se sono da solo dentro casa o da solo per strada non cambia un cazzo?

Queste sono le cose che mi mancano.

Fottesega dell’andare a negozi, a locali, aperitivi, apericena e puttanate varie. Ecco, magari i concerti, quelli sì che mi mancano.

Il resto potete tenervelo, per quel che mi riguarda.

Lo sapevo già da prima che l’unica cosa importante erano le persone che amo. Lo sapevo già da prima che la Vita è una sola e bisogna viverla. Lo sapevo già da prima che lavorare troppo non ha senso e bisogna rallentare per poter essere davvero presenti e non lasciarsi scappare nemmeno un secondo.

Lo sapevo già da prima, eravate voi stronzi che spingevate e spingevate che bisogna correre e fare e prendere più soldi ed essere sul pezzo e avere l’ultimo smartphone, essere vestiti all’ultima moda, vedere l’ultima serie, frequentare i posti più fighi, girare con l’ultimo modello di auto e avanti così.

Ora mi viene da ridere a sentirvi “riscoprire” voi stessi, e vedere che magari niente di tutto quello era davvero importante. Ma va? Sul serio?

Peccato che io sappia che non continuerà, finito questo periodo. Ributterete la testa sotto la sabbia costringendo di nuovo il mondo a correre verso il precipizio, senza guardare fuori e senza guardare nemmeno dentro.

Lo so già, per questo nemmeno vi chiedo di fare in modo che sia diversa, perché è già certo che andrà così.

Vi chiedo solo di smetterla di intasarmi social, siti e bacheche varie con tutte queste boiate, che mi si rallenta internet a forza di cagate e non riesco più a guardarmi YouPorn in tranquillità.

Grazie.

PS: non è molto probabile che qualcuno legga questo articolo, ma se anche solo ci fosse un tu a cui rivolgermi, io voglio dirti una cosa.

Per piacere, smentiscimi.

Fa in modo che quello che ho scritto non sia vero e che davvero le cose cambino. Pensa a quello che è la tua vita, pensa a quello che è il mondo, e smentiscimi. Inizia a vivere con più coscienza e non far sì che tutto torni esattamente come era prima, a puttane. Fallo, te ne prego.

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